Catania - Guida Turistica

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.: CATANIA
 Catania è un comune di 313.110 abitanti (circa 750.000 se si considera l'intera sua area metropolitana) della provincia di Catania. È il secondo comune della Sicilia per densità abitativa.
 Secondo lo storico greco Plutarco, il suo nome deriva da Katane (cioè grattugia), per l'associazione con le asperità del territorio lavico su cui sorge.
 In epoca storica, è stata distrutta ben sette volte da eruzioni vulcaniche e da terremoti. Fra questi ultimi, i più catastrofici sono stati quelli del 1169 e del 1693.
 Catania sorge sulla costa orientale dell'isola, ai piedi del vulcano Etna e a metà strada tra le città di Messina e Siracusa. Il suo territorio comprende anche una vasta fetta della piana di Catania. Si affaccia sul mare Ionio con il golfo che prende il suo nome. Il territorio è prettamente pianeggiante. Il nucleo originario della città era situato su un colle che corrisponde più o meno all'odierna piazza Dante, dove sorge l'ex Monastero dei Benedettini. Per il resto, l'unico rilievo importante è la collina Santa Sofia, dove sorge la Cittadella Universitaria, al confine con Gravina. Catania è attraversata da un fiume sotterraneo, l'Amenano. In passato, poco fuori le mura ad ovest, si poteva trovare il lago di Nicito, oggi coperto dalla colata lavica del 1669, la quale ha profondamente mutato l'aspetto del territorio circostante. La costa è rocciosa a nord del porto (la Scogliera, con la famosa spiaggia di San Giovanni li Cuti) e sabbiosa a sud (la Plaia).
 Il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità, assieme agli altri sette comuni del Val di Noto, nel 2002.
.: STORIA
 Con l´occupazione dei Vandali, degli Eruli, dei Goti, degli Ostrogoti ed infine dei Bizantini di Belisario (535), Catania non subì arresti nella prosperità economica, anzi se ne avvantaggiò, nella metà del VI secolo, grazie allo spostamento verso Oriente dei traffici marittimi e con il trasferimento in città della zecca dell´impero bizantino nonchè con le pressanti richieste di derrate e di legnami da parte di Costantinopoli, per sostenere la concorrenza delle flotte musulmane nel Mediterraneo. Ma con lo sbarco degli Arabi e la conquista di Palermo (831), Catania risentì, come le altre città siciliane, del clima di incertezza e di costante minaccia e fu gravemente colpita nella sua economia dalle frequenti incursioni che si protrassero per tutto il IX secolo. Se riuscì a sostenere vittoriosamente l´assedio musulmano del 900, finì col perdere la propria indipendenza e quindi il carattere omogeneo della sua popolazione con forti infiltrazioni di berberi e di arabi-orientali, pur rimanendo una importante città marittima.
 Verso il 1040, con la disgregazione del dominio arabo, Catania fu sede di una signoria e teatro di scontri tra i vari emiri in lotta per il possesso di tutta l´isola, l´ultimo dei quali, Ibn at-Thumnah, invocò l´intervento dei Normanni (1060).
 Nel 1071, la città fu occupata dal conte Ruggero d´Altavilla come alleato degli Arabi, ma suscitò una rivolta con il suo comportamento.
 Neutralizzati i Musulmani, Ruggero concesse la città in feudo ad Angerio (1082), il bretone abate dell´abbazia benedettina di Sant´Agata, consacrato vescovo dieci anni dopo.
 Sotto i Normanni, per quanto fossero favorite Messina e Siracusa, Catania prosperò, grazie ai ricchissimi prodotti dell´entroterra, ai pregiati legnami dell´Etna, alla pece di Mascali. Ma questo processo di sviluppo fu bruscamente interrotto dal terremoto del 1168 che provocò ingentissimi danni e ben quindicimila vittime. La ricostruzione fu rapida, ma nel 1194 Enrico IV di Svevia ne ordinò il saccheggio e la demolizione di alcuni edifici, per punirla di aver parteggiato con Tancredi.
 Federico II la tolse alla signoria dei vescovi e fece costruire il castello Ursino (1239), non solo per la difesa della costa, ma per fronteggiare eventuaali insurrezioni della città dalle tradizioni guelfe.
 Coinvolta nei moti del Vespro (1282) che si conclusero con la cacciata degli Angioini e dei Francesi, Catania riprese a prosperare con l´avvento della dinastia aragonese (1296), grazie ad alcune riforme di natura amministrativa e politica, nonchè della concessione di privilegi e di esenzioni fiscali che la posero su un piano competitivo con Palermo e Messina. Dal 1342 e fino agli inizi del XV secolo fu spesso sede della corte aragonese.
 Alfonso il Magnanimo confermò i vecchi privilegi e ne concesse altri, promosse la costruzione del molo (condotta a termine, però, solo nel XIX secolo), e soprattutto concesse a Catania la prima Università della Sicilia, il Siciliorum Gymnasium (1434), col privilegio dell´unicità rispetto alle richieste di Palermo e Messina, che divenne centro di ripresa per gli studi e la cultura classica.
 Ma lo studio non fu sufficiente a salvare la città dala crisi che travolse tutta la Sicilia durante la dominazione spagnola, contro la quale Catania insorse parteggiando con il moto di Giuseppe d´Alesi (1647-48). E la crisi economica fu trasformata in tragedia dalla più grande eruzione dell´Etna che la storia ricordi, nel 1669. La parte occidentale della città fu raggiunta e sommersa da un fiume di lava largo due chilometri, che travolse anche una larga parte del porto.
 Ancor più disastroso fu il terremoto del 1693 che provocò la quasi totale distruzione della città e bben sedicimila vittime. La ricostruzione, basata su una pianta del Lanza, Duca di Camastra, del vescovo Riggio e del canonico Celestri, eseguita dall´architetto Giovan Battista Vaccarini, con l´alacre partecipazione dei superstiti, fu realizzata rapidamente e con un gusto architettonico sufficientemente moderno e armonico.
 Rapido fu anche il ripopolamento: già alla fine del XVIII secolo aveva raggiunto un numero di abitanti superiore a quello del 1693.
 Oppostasi apertamente alla rivoluzione palermitana del 1820, Catania, insofferente del dominio borbonico, insorse nel 1837, nel 1848 e infine nel 1860. Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, fu gravemente danneggiata da ripetuti bombardamenti aerei e navali e nello stesso anno fu occupata dagli alleati.